Dati del Prof. Cuzzi per il convegno “Confronto o Conflitto tra le generazioni?” (24/11/2004 – D. Cuzzi)

Convegno del 24/11/2004

“LA RIFORMA DELLE PENSIONI IN ITALIA E L’IMPOVERIMENTO DELLA POPOLAZIONE”

 

Relatore: Diego Cuzzi

Relazione

1 – Sistema dei cambi:
abbandono, da oltre trent’anni del sistema dei cambi fissi: graduale declino delle istituzioni di Bretton Woods ed infine delle stesse Nazioni Unite; quindi, abbandono di ogni sistema di sostegno internazionale efficace – di breve o lungo periodo

2 – Dinamica del mercato globale:
a) scarsa attenzione ai modelli di sviluppo locali, preferenza per un modello mondiale
b) di conseguenza scarsa attenzione all’incremento dell’occupazione locale: via libera alla circolazione di manodopera, senza tuttavia garanzie

3 – Attenuazione della dinamica di sviluppo del sistema mondiale; riduzione degli scambi internazionali; ricorrenti crisi nelle aree di rincorsa allo sviluppo 4 – a) nei paesi sviluppati: a1) forte incremento delle aspettative di vita; graduale discesa dell’età pensionabile;
a2) ritardato accesso dei giovani al mercato del lavoro; disoccupazione giovanile;
a3) riduzione del tempo di lavoro degli occupati

4 – b) nei paesi sottosviluppati:
b1) basso tasso di partecipazione alle forze del lavoro
b2) alta disoccupazione, anche giovanile
b3) natalità comparativamente alta

4 – c) comune ai paesi sviluppati e non sviluppati: sfruttamento del lavoro giovanile
c1) precarizzazione nei paesi sviluppati,
c2) assenza di tutela nei paesi sottosviluppati

E’ forte, e si accentua, 10 squilibrio nella distribuzione della produzione di ricchezza

  • Il 55% della ricchezza nel mondo è prodotto da 29 paesi con il 15% della popolazione mondiale Il residuo 45% è prodotto da 146 paesi con l’85% della popolazione mondiale.
  • 54 paesi hanno un reddito pro capite superiore ai 9.000 $/anno (24 $/giomo), con punte per gli Stati Uniti di 37.000 $
  • 61 paesi hanno un reddito pro capite inferiore ai 766 $/anno (2 $/giomo), con punte di diversi paesi al di sotto del livello di 1 $/giomo. I paesi ! intermedi si collocano in un ventaglio tra 24 e 2 $/giomo.

Aumenta, tuttavia in modo non omogeneo, l’aspettativa di vita L ‘aspettativa di vita (alla nascita) è variata poco in 2 secoli, dal 1700 a11900; invece nel corso del ‘900 è aumentata notevolmente, ma con grandi differenze tra area ed area:

  • nei paesi avanzati è aumentata di 30 anni, da 47 a 77 anni e si prevede possa aumentare a breve di altri 5 anni.
  • in alcuni dei paesi sottosviluppati dell’Africa, dell’Asia, tuttavia tale aspettativa è ancora appena superiore ai 10 anni nei paesi intermedi tale aspettativa è attualmente di 60/65 anni e si prevede possa aumentare a breve di altri 10.

Cresce il reddito, ma diminuisce l’occupazione, soprattutto nelle categorie “deboli”

  • Nel periodo 1993/2003 la disoccupazione nel mondo è aumentata di un terzo (da 140 a 186 milioni) mentre il reddito prodotto nel mondo è aumentato (ad esempio 3,2% dal 2002 al 2003).
  • Il 70% dei disoccupati (il 6% della popolazione attiva) sono giovani e donne, che, inoltre partecipano meno dei maschi adulti alla popolazione attiva.

La popolazione invecchia e si riduce quella che vive nei paesi avanzati

  • La popolazione nelle classi di età tra i 15 ed i 65 anni resta costante (60/65%), ma aumenta quella degli ultrasessantacinquenni (dal 5% a115% dal 1950 al 2050) e decresce quella dei giovani (dal 30% al 20% nello stesso periodo): il fenomeno è più accentuato nei paesi avanzati.
  • Nell’arco degli stessi anni, si dimezza la quota di popolazione che vive nei paesi avanzati (dal 32% al 14%), aumenta moderatamente quella che vive nei paesi intermedi (dal 60 al 68%), raddoppia quella che vive nei paesi meno sviluppati (dall’8% al 19%).

Più immigrati, altri dieci anni di lavoro sull’attuale età di pensionamento

Per mantenere l’attuale tasso di sviluppo delle economie avanzate si richiede un aumento del tasso di partecipazione della manodopera del 12%, contro l’attuale 6%), il che significa entro il 2050: un aumento degli immigrati a fine periodo (2050) del 30%, contro l’attuale 5% (35% per l’Italia), un aumento di 6 anni (10 per l’Italia) dell’età di pensionamento.