Sintesi del Convegno “La sfida globale… ” (28/10/2004 – N. Galloni)
Convegno del 28/10/2004
LA SFIDA GLOBALE
SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA, SCARSITA’ DELLE RISORSE, INQUINAMENTO…. VERSO DOVE STIAMO ANDANDO?
Relatore: Nino Galloni (Economista)
Sintesi
Inquinamento: il progressivo riscaldamento del pianeta sembrerebbe solo in minima parte causato dallo sperpero energetico quale risultato indiretto della “produzione” umana. In effetti, c’è il problema dello spostamento dell’asse terreste e quindi dell’insolazione differenziale del pianeta, dei cicli afelio/perielio orbitali, delle perturbazioni sulla fotosfera del Sole (c. d. macchie) e di altri fenomeni cosmici minori (conferma data nel convegno di Kyoto).
Situazione attuale: i seguenti possibili rischi sono sempre più evidenti:
- velocità di scioglimento dei ghiacciai e conseguente immissione di acqua dolce nei mari;
- aumento del livello dei mari;
- glaciazione del nord Europa dovuta alla possibile interruzione della “Corrente del Golfo”;
- aumento delle perturbazioni atmosferiche violente.
Investimento in tecnologie: si potrebbe in qualche modo attenuare i suddetti fenomeni riducendo sia l’inquinamento prodotto dall’industria e dalla richiesta di “comfort” (in massima parte vapore acqueo), sia utilizzando fonti d’energia alternative. C’è, però, un forte contrasto da parte dei petrolieri che vedrebbero nell’introduzione di tecnologie energetiche alternative una possibile progressiva riduzione dei propri profitti.
Scarsità di risorse: energia a parte, non sembra che la situazione globale sia effettivamente catastrofica, certo si può e si deve fare di più. Le possibilità ci sono e sono dimostrate dai seppur modesti interventi effettuati in Africa.
Scarsità di acqua potabile: non di meno, la rinuncia anche parziale allo sfruttamento del petrolio consentirebbe di adibire – convertendole – gran parte della flotta internazionale di petroliere al commercio dell’acqua dolce derivata dallo scioglimento dei ghiacciai polari.
Politiche economiche occidentali: si è evidenziato come la supremazia dei “popoli mediterranei” sia stata espropriata dalle politiche USA orientate soprattutto al controllo dei principali giacimenti petroliferi. I paesi mediterranei da sempre hanno trovato la loro cultura ed il loro sviluppo (e le loro guerre) all’interno del grande bacino. Nel bene e nel male, ora l’una, ora l’altra civiltà ha avuto il suo periodo di splendore. Ora, grazie all’attuale stato di cose c’è troppa diversità e lo dimostrano le frequenti e copiose migrazioni di persone che uscendo da martoriati territori spesso fortemente “ricchi” di risorse naturali, si spingono verso il mondo europeo.
Commenti:
Al termine del convegno, nello spazio dedicato alle osservazioni non vi sono stati interventi di rilievo tranne quello effettuato dal Dott. Salvatore Malerba in merito alla scarsità di risorse. Malerba ha evidenziato come lo sviluppo demografico del continente africano, avvenuto negli ultimi cento anni (da 150 milioni a 900 milioni di persone), dimostri l’esistenza di una certa disponibilità di risorse primarie anche se, in media, la qualità della vita di quei popoli non è minimamente paragonabile a quella occidentale.
29/10/2004
LRom